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Stadi, effetto Juve PDF Stampa E-mail
Mercoledì 23 Aprile 2008 00:00

Già presentati i progetti di Samp, Palermo e Udinese

di GUGLIELMO BUCCHERI da LA Stampa del 23-04-2008

Lo scatto è deciso, ma, alle spalle, non c’è il vuoto. L’effetto-Juventus ha il volto di uno stadio che esce dalla fase delle buone intenzioni per finire in cantiere: data di inizio e fine lavori sono conosciute, finanziamento e compagni d’avventura anche. L’Italia delle tribune piccole o della pista d’atletica che allontana il campo, guarda alla svolta di Torino come ad una rivoluzione servita e il sistema inglese appare più vicino. Il modello di gestione dei nostri stadi ci ha chiuso le porte all’organizzazione degli Europei del 2012, ma le stesse cifre stanno allargando sempre più il deficit dei ricavi fra noi e il modello anglosassone. Che fare? La Juventus ha aperto la strada, la rincorsa alle spalle dei bianconeri è già cominciata. C’è un Comitato straordinario per l’impiantistica e la prospettiva di accedere a mutui a tassi agevolati, c’è il Credito Sportivo e ci sono progetti che aspettano il certificato di garanzia.

A Cardiff, un anno fa, l’Uefa ci bocciò perché avevamo dato l’impressione di chiedere gli Europei del 2012 solo per ottenere corsie preferenziali per costruire nuovi impianti. Oggi, lo scenario è cambiato perché sia le grandi società sia i club ambiziosi hanno maturato la consapevolezza che solo i ricavi da stadio possono colmare il vuoto che ci separa da realtà a noi vicine. Così, i progetti di Sampdoria, Udinese e Palermo sono finiti sul tavolo di Luca Pancalli, presidente del Comitato per l’impiantistica che proprio in queste ore battezzerà il suo regolamento. «Non è vero che siamo rimasti immobili e il lavoro che ha fatto la Juventus lo dimostra. Il caso Torino servirà da volano per tutte quelle situazioni, e sono tante, che attendono solo il via libera». Nel suo studio sono sfilati i rappresentanti delle società che hanno già definito più di un progetto, ma con il Comitato straordinario sono entrati in contatto anche realtà intenzionate a seguire la via inaugurata dalla Juventus.

Da Brescia e Bergamo sono arrivati segnali di cambiamento in direzione di stadi polifunzionali, da Firenze la volontà di riconsiderare una nuova casa della Fiorentina, da Milano il desiderio di Massimo Moratti di percorrere strade diverse da quella di San Siro. L’Inter ha intenzione di costruire uno stadio da 60 mila posti con strutture commerciali, alberghiere e di ristorazione. Moratti ha capito che l’effetto-Juventus, la prospettiva bianconera di incassare oltre 30 milioni a stagione dalla gestione del nuovo impianto, provocherà in alta quota un «pericoloso» precedente. Da qui l’ipotesi concreta di una scissione fra i due club di Milano, separazione che potrebbe, presto, riguardare anche la Capitale.

A Roma, c’è un presidente, Claudio Lotito, che aspetta il verdetto del ballottaggio di domenica e lunedì prossimo per riprendere l’offensiva in cerca del sì alla sua volontà di costruire uno stadio della Lazio: se il nuovo sindaco sarà Alemanno, i più informati vedono la posizione di Lotito più forte grazie alle affinità politiche fra i due. E, la Roma? Alle porte di Trigoria bussa il magnate americano George Soros e c’è una priorità scritta nella sua agenda: la società di Trigoria dovrà avere uno stadio tutto giallorosso. Il Coni si tappa le orecchie davanti alla prospettiva di ritrovarsi un Olimpico senza pallone e le casse senza gli oltre 4 milioni di euro all’anno per l’affitto che, oggi, gli versano le due società romane. La svolta italiana è sul tavolo. E, gli Europei del 2012? L’Ucraina ha il fiato corto («Rischiamo di perderli», ha ribadito, ieri, il presidente della federcalcio Sourkis), la Polonia un po’ meno, l’Uefa a luglio prenderà una decisione. «Se non ce la dovessero fare? Facciamo gli stadi...», così Pancalli.


 

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Perche' NON l'Olimpico ?

per la pista di atletica - 18.2%
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Dove costruirlo ?

a Roma all'interno del GRA - 44.5%
a Valmontone - 10.4%
a Fiumicino - 10.5%
a Riano - 6.2%
dove sorge l'attuale stadio Flaminio - 28.4%

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